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Il primo documento che dà notizia della chiesa di Santa Maria ad Intra risale al 977. Nel 1236 ha un rettore. Nel 1305 è indicata come rettoria con due titolari. Dal secolo XIV viene spesso ricordata come parrocchia. Si chiama “ad Intra” per differenziarla da altre chiese dedicate alla Vergine, perché posta “Intra” (dentro) le mura della città, tra il monastero benedettino di San Antonio Abate ed il Castello. All’interno della chiesa, sulla parete laterale destra vi è la cappella dedicata a Santa Maria del Soccorso, con pregevoli affreschi del ‘500 dove si può intravedere la Madonna con un bastone in mano mentre difende suo Figlio dalle insidie del demonio, e sulla sua destra un imponente S. Michele Arcangelo. Particolarmente interessante è il campanile che presenta un bassorilievo marmoreo rappresentante il Padre Eterno con in mano il globo terracqueo. Presso la cappella fu ritrovata la Stele eburina recante l’incisione attestante che Eburum era un antico Municipium romano. Attualmente la stele è collocata all'interno del Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele. Nel 1907 la chiesa fu dotata di una statua dell’Addolorata, opera del Guachi. Nel 1924, la Pia unione delle Figlie di Maria, acquistò la statua di S. Agnese, opera degli artisti Vollono di Napoli. Con Decreto arcivescovile del 1962, il titolo e il beneficio di S. Maria ad Intra sono trasferiti nella erigenda chiesa di S. Maria della Consolazione del Rione Paterno.

La Chiesa di San Marco al Castello, situata all’interno dell’imponente Castello di Eboli, fu edificata molto probabilmente al tempo della costruzione dello stesso. La prima notizia documentata della chiesa è datata marzo 1135. Ad unica navata, presenta tre altari di cui uno centrale e due laterali. Sull’altare centrale vi è un quadro, circa primo decennio del XVIII secolo, raffigurante la Madonna del Carmelo con Bambino che poggia sulle nuvole con due angeli in volo che stanno per incoronarla, in basso alla sua destra vi è un imponente S. Marco, titolare della chiesa, mentre scrive su un enorme libro, alle sue spalle s’intravede S. Nicola di Bari, al lato sinistro vi è S. Teresa d’Avila in atteggiamento di preghiera con alle sue spalle S. Apollonia. Sulla sinistra del visitatore vi è un quadro in tela raffigurante S. Cristoforo con sulle spalle il Bambino Gesù, al lato opposto un quadro, sempre in tela, raffigurante S. Carlo Borromeo. Sulla parete destra vi è un affresco del castello. Oggi la chiesa è aperta al culto come cappellania dell'istituto ICATT - collocato all'interno del Castello - ma non è aperta al pubblico, eccezione fatta per rarissimi eventi.

Nei pressi del sito archeologico del Quartiere Artigianale sorge l'antica chiesetta di Santa Margherita d'Antiochia. Un primo documento che la nomina è datato 1382, quando il nobile Nicola Massacanina, giacendo gravemente ammalato, redige il suo ultimo testamento, lasciando dei lasciti a molte chiese ebolitane, tra cui anche alla chiesa di S. Margherita. Viene nominata anche in un altro documento datato 1429. In altri documenti del XV secolo risulta che i benefici di S. Margherita e S. Maria del Castello erano padronati delle famiglie Ragho e Cefalo (Della Porta). Dopo l’erezione della chiesa di S. Maria della Pietà a Collegiata il primicerio Giovan Battista Gallippo ne prese regolare possesso l’8 marzo 1536. All'interno è possibile ammirare la statua della Santa ed un affresco raffigurante Santa Margherita, di recente restauro. Ad Eboli Santa Margherita era venerata per alleviare i mal di testa. Con un'invocazione popolare - che univa il sacro col profano - le donne ebolitane declamavano: "Santa Margherita vergin' e zit' fange passà uocchie cigliun e male ‘e cap'"

La Chiesa di San Giuseppe si erge di fronte la Collegiata di Santa Maria della Pietà. Nel Medioevo lo straniero che giungeva da terre lontane arrivava alla Porta Santa Caterina, una delle cinque porte di ingresso al Borgo, così chiamata perchè ivi vi era la sede della parrocchia di Santa Caterina (attuale chiesa di San Giuseppe) la quale è documentata per la prima volta nel 1215 e soppressa nell'anno 1652 per essere annessa alla confinante parrocchia di San Bartolomeo Apostolo.

Nella chiesa di Santa Caterina si insediò, alla fine del Settecento, la Congrega di San Giuseppe; in essa si festeggiano Santa Lucia il 13 dicembre e San Giuseppe il 19 marzo con la sua processione.

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