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Mozzarella di Bufala Campana DOP

La Mozzarella di Bufala Campana DOP è la regina della tavola ebolitana, prodotta con il latte di bufala locale presso i numerosi caseifici artigianali presenti sul territorio comunale. Il termine mozzarella deriva dal verbo "mozzare", ovvero l'operazione praticata ancora oggi in tutti i caseifici, che consiste nel maneggiare con le mani e con moto caratteristico il pezzo di cagliata filata e di staccare subito dopo con gli indici ed i pollici le singole mozzarelle nella loro forma più tipica tondeggiante. L'allevamento delle bufale nella Piana del Sele è consolidato fin dal XII secolo, quando la produzione del loro latte era già molto apprezzato; esistono diversi documenti storici che provano la commercializzazione di derivati del latte di bufala già nel XVI secolo ma solo verso la fine del XVIII secolo le mozzarelle diventano un prodotto di largo consumo, anche grazie alla realizzazione, da parte dei Borboni, di grossi allevamenti di bufale, affidati a uomini che curavano gli animali come componenti della propria famiglia. A metà del '900, il poeta e scrittore lucano Rocco Scotellaro, allievo di Carlo Levi, nella sua inchiesta sulla cultura dei contadini del Mezzogiorno dal titolo "Contadini del Sud", racconta che il bufalaro, persona dedita all'allevamento delle bufale, conosceva le sue bufale singolarmente, come se fossero "cristiani": ad ognuna di esse dava un nome, che scaturivano dalla realtà che esisteva all'interno dell'allevamento.

Con l’iscrizione nell’albo comunitario dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta nel 1996, vengono istituzionalmente riconosciute quelle caratteristiche organolettiche e merceologiche del formaggio tipico mozzarella di bufala campana, derivate prevalentemente dalle condizioni ambientali e dai metodi tradizionali di lavorazione esistenti nella specifica area di produzione delimitata. Di recente l'UNESCO ha iscritto nelle liste del patrimonio culturale dell'umanità la Dieta Mediterranea come stile di vita e modello nutrizionale. La Dieta Mediterranea si basa prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale, cui si affianca un consumo di alimenti di origine animale, soprattutto latte e formaggi. Oggi, possiamo affermare che il più famoso dei latticini italiani è parte integrante della stessa, sia perché è espressione del legame con il territorio di origine, sia per le sue peculiarità nutrizionali.


Olio Extravergine di Oliva DOP "Colline Salernitane"

L'Olio Extravergine di Oliva DOP “Colline Salernitane” ha radici antichissime, in quanto deriva da varietà autoctone da sempre presenti nel Salernitano. L'olio trae la sua tipicità proprio dalla peculiarità del territorio, dotato di connotazioni pedoclimatiche, paesistiche, storiche, culturali ed economiche assolutamente originali. L'olio si ottiene dalla premitura di olive delle varietà autoctone o di antica introduzione quali la Rotondella, il Frantoio, la Carpellese o Nostrale per almeno il 65% e l'Ogliarola e Leccino, in misura non superiore al 35%. Inoltre anche le tecniche colturali e le pratiche seguite per l'ottenimento del prodotto sono del tutto tradizionali: le olive vengano raccolte entro - e non oltre - il 31 dicembre di ogni anno, a mano o con l'ausilio di mezzi meccanici, come scuotitori, ed è vietata la raccolta delle olive cadute a terra. Il riconoscimento DOP all'olio extravergine di oliva "Colline Salernitane", è avvenuto nel 1997. La zona di produzione e di lavorazione delle olive comprende 87 comuni, tra cui Eboli. Le operazioni di molitura devono avvenire nell'ambito della zona di produzione delle olive, in frantoi iscritti nello schedario regionale e, pertanto, idonei alla produzione di oli di qualità.

L'olio extravergine DOP "Colline Salernitane" è limpido, a volte velato; ha colore verde con riflessi paglierini. All'olfatto mostra un deciso ed ampio sentore di fruttato di oliva pulita, con discrete note di foglia verde, di erba e di pomodoro acerbo. Al palato rivela un sapore deciso e persistente, gradevolmente amaro e piccante, giustamente corposo con buona ed equilibrata struttura e chiari sentori amarognoli di carciofo, cardo e vegetali amari. Il retrogusto è pulito. L'acidità non deve eccedere lo 0,70%. La notevole presenza di note aromatiche fa prediligere l’uso di quest’olio su piatti di una certa consistenza, come minestre a base di legumi, piatti piatti della tradizione locale e grigliate di pesce.


Ortofrutta

La maggiore risorsa economica di Eboli è la coltivazione di Ortofrutta , in particolare pomodori, peperoni, melanzane, finocchi, insalata, fragole, pesche e albicocche. Sul territorio esiste un tessuto di piccole e medie industrie collegate al settore della trasformazione dei prodotti ortofrutticoli che, unitamente alle multinazionali, costituisce uno dei distretti agroindustriali tra i più importanti d'Europa.

In particolare Eboli, ed in generale la Piana del Sele, è tra i leader mondiali nella produzione della cosiddetta "quarta gamma", a cui appartengono i prodotti ortofrutticoli pronti per il consumo, principalmente frutta e verdure fresche, lavate, asciugate, tagliate, confezionate in vaschette o in sacchetti di plastica e quindi pronte per essere messe in tavola. Il territorio, grazie al clima favorevole che rende possibile la produzione anche nei mesi invernali, si caratterizza per la coltivazione di alcuni tipi di insalate utilizzate per la quarta gamma, come l'indivia riccia, la lattuga, il radicchio, l'indivia scarola, la bietola da foglia, lo spinacino e valerianella. Particolare importanza ha poi la Rucola selvatica, che col freddo rallenta di molto il suo ciclo.

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