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La Chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie sorge all'interno di un antico complesso monastico, costruito dai Frati Domenicani alla fine del XV secolo. Soppresso il Monastero nel 1652 da Innocenzo X, nel 1690 è concesso ai Padri Riformati di San Francesco. Il convento è soppresso ancora una volta dalle leggi eversive del 1807, ed i Francesi adibiscono la chiesa a Quartiere Generale delle Truppe. Dal 1807 al 1932 il Complesso conventuale è rettoria. Nel 1932 il convento e la chiesa sono concessi alle Figlie di Cristo Re, rifugiate in Italia in seguito alla persecuzione religiosa ed alla guerra civile scoppiata in Spagna. Il Convento viene completamente distrutto dai bombardamenti del 1943. Rimangono in piedi solo il campanile e la facciata della chiesa. Nel 1952 viene ricostruito l’intero complesso e restaurato il campanile e il battistero. Le suore di Cristo Re vi ritornarono nel 1961 ma in una nuova struttura. Nel 1970 nella chiesa viene rifatto uno splendido pavimento e, dopo il sisma del 1980, viene ristrutturata l'intera struttura, eccetto la facciata e il battistero. La chiesa è ad una sola navata con l’altare maggiore e altri tre altari per lato.


La prima notizia sulla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo è del luglio 1168, dove in un documento si legge che i fratelli Matteo e Nicola si dividono i beni paterni. Istituita la Collegiata di Santa Maria della Pietà, la parrocchiale fu annessa alle dipendenze della stessa, come quasi tutte le parrocchie di Eboli. Nel 1654, la Parrocchia di Santa Caterina (attuale chiesa di San Giuseppe) fu soppressa e unita a S. Bartolomeo. La chiesa di S. Bartolomeo era ad una sola navata con l’altare maggiore e due cappelle laterali, una per lato. Era posta all’incrocio degli scaloni che portano il nome “Salita San Bartolomeo” con via Roma, proprio sulla destra di chi sale. Nel luglio 1917, mons. Grasso, arcivescovo di Salerno, visita la parrocchia, dove vi ammira sull’altare il quadro della Madonna della Pace, ed annota che quest’opera è di un elevato valore artistico. Ma sia la chiesa sia le opere d’arte, furono tutte distrutte dai bombardamenti aerei del 1943. Si salvò solo un antico busto piuttosto tozzo e ruvido di San Bartolomeo in pietra.

La nuova chiesa di S. Bartolomeo fu costruita ex novo dove prima della guerra sorgeva il campo sportivo Littorio, in seguito, dopo la visita di Mussolini del 1935, denominato " Del Me ne frego", in quanto riportante le parole di esclamazione che il dittatore fascista pronunciò ad Eboli, in risposta alle sanzioni economiche deliberate dagli Stati appartenenti alla Società delle Nazioni, in seguito all'attacco del regime contro l'Etiopia e che portò alla conseguente guerra d'Etiopia. Con rito religioso il tempio fu solennemente benedetto l’8 dicembre 1957. Nel nuovo territorio parrocchiale vi è anche la cappella di S. Maria del Soccorso. Il 29 novembre 1965, nella chiesa di San Bartolomeo, il signor Bernas Zdzistaw invitò l’amico cardinale Carlo Wojtyla, Arcivescovo Metropolita di Cracovia in Polonia, futuro Papa Giovanni Paolo II, ad amministrare alle sue figliole il Sacramento dell’Eucarestia. A causa del sisma del 1980, la chiesa subì danni alla parte superiore dell’ingresso e varie lesioni in tutta la struttura. Chiusa al culto, è stata riaperta l’1 giugno 1999. Sull'altare centrale è conservata la bellissima pala d'altare, opera neogotica di Augusto De Rose Orange.


L'antichissima chiesa parrocchiale di Santa Maria ad Intra era situata nella parte più alta della città, vicino alle mura del Castello Colonna. Fu denominata ad Intra perché situata all’interno delle mura. Con Decreto arcivescovile del 1962, il titolo e il beneficio parrocchiale sono trasferiti in una futura erigenda chiesa della nuova località del Paterno. Le prime funzioni si svolgono in una civile abitazione. La nuova chiesa prende il nome di Santa Maria della Consolazione a ricordo dell’antico affresco che si trova nell’oratorio al fianco dell’antica chiesa di Santa Maria ad Intra. Attendendo la fine della costruzione della nuova chiesa in località Fontanelle iniziata nel 1968, si costruisce una sede provvisoria, che in seguito diviene la sede definitiva della parrocchia perché i lavori di via Fontanelle non saranno mai ultimati. La chiesa è stata restaurata recentemente e nel campanile si possono ammirare le artistiche campane dell’antica chiesa.


Sacro Cuore di Gesù e San Berniero: dopo il sisma del 1980 nacque in Città un nuovo quartiere in località Pescara. Per le necessità pastorali di questa zona, mons. Italo D’Elia, Vicario Generale della Diocesi di Salerno, chiede nel 1981 un’area per costruirvi una chiesa. Dopo l’autorizzazione del Comune di Eboli di potervi installare un prefabbricato pesante, nel 1983, è donato dalla diocesi di Treviso un prefabbricato per lo svolgimento delle funzioni religiose. La chiesa è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, sempre per volontà di mons. Italo D’Elia, per non far dimenticare la consacrazione della città di Eboli al Sacro Cuore di Gesù avvenuta il 28 marzo 1928, ed a San Berniero, compatrono della Città. Il 28 giugno 1986 la chiesa è elevata a parrocchia con decorrenza dal 18 luglio 1986. Il suo territorio è interamente distaccato dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie. Con il passare degli anni, con l’aumento delle attività pastorali il prefabbricato risulta insufficiente per eseguire le funzioni religiose e, pertanto, viene costruito un notevole Complesso parrocchiale, uno dei più grandi di tutta la Diocesi, consacrato da Mons. Gerardo Pierro, il 3 settembre 1995. Nel 1998 sul sagrato della chiesa viene riconsacrata la Città di Eboli al Sacro Cuore di Gesù per mano dello stesso Mons. Pierro, arcivescovo di Salerno. Nel territorio parrocchiale vi è anche l’antica chiesa della Madonna della Catena.

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