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La Chiesa fu costruita nel XII secolo con il nome originario di Santa Maria de Conce, per la presenza di una conceria nella zona: è nominata con questo nome in un documento del 1309. Tale dizione fu probabilmente mutata all’inizio del XVI secolo in quella attuale di Santa Maria della Pietà: in un documento del 1511 la chiesa è indicata già con l’attuale titolo. Due decenni dopo, la chiesa fu elevata a Collegiata da papa Clemente VII, con Bolla «In supereminentis Apostolice dignitatis», datata 4 maggio 1531. Nel 1702 la chiesa si arricchisce di un meraviglioso gruppo ligneo denominato Santa Maria della Pietà, opera del celebre scultore Giacomo Colombo, ordinata nel 1696, da Don Antonio de Clario, membro di una delle più ricche e nobili famiglie di Eboli. Questa statua esce in processione solo in occasione di grandi eventi. L’ultimo è stato il giubileo del 2000. Il 17 agosto 1741 la Collegiata ottiene da papa Benedetto XIV le insegne per il Primicerio, il cantore e i canonici. L’8 agosto 1811 è detta “insigne Collegiata Chiesa Maggiore” con 22 membri: 12 canonici, 2 dignità e 8 ebdomadari. Il 13 luglio 1866 in applicazione alle leggi eversive il Capitolo è soppresso: tutti i beni sono incamerati dallo Stato. Nel 1880 venne elevata in parrocchia da mons. Laspro che, l’11 febbraio 1903, ricostituisce il Capitolo Collegiale con la dignità del Primicerio, con 6 canonici e 4 mansionari. Ricostruita dopo i bombardamenti aerei del 1943, nel 1971 è stata dotata di una nuova entrata. L’ultimo suo restauro è stato effettuato a seguito del sisma del 1980.

La Chiesa si presenta a un’unica navata coperta con volta a botte. I fianchi della navata sono scanditi da cappelle (tre per ogni lato) inquadrate da arcate a tutto sesto, impostate su pilastri decorati con lesene e capitelli in stile corinzio. Alla navata segue il presbiterio coperto con cupola. Dall’arcata centrale del fianco sinistro si accede a una cappella coperta con cupola e, da quella del fianco destro, all’atrio del nuovo ingresso costituito da un protiro con scale aperte verso Piazza della Repubblica. Sullo stesso lato si eleva il campanile composto da tre piani suddivisi da cornice e decorati con lesene angolari che si innalzano su un alto basamento, costruito nel 1858 su disegno dell’architetto Francesco Paolo D’Urso.

La vecchia facciata, volta verso il centro storico, è divisa orizzontalmente da una fascia marcapiano con cornice aggettante. Nella parte inferiore vi è un porticato decorato con un ordine di lesene e in quella superiore sono collocate due nicchie e una monofora centrale con balaustra, conclude la facciata un timpano triangolare. L'altare maggiore del XVIII secolo è in marmi policromi così come la balaustra che presenta le effigie delle famiglie Ferrari e Novella.


Sempre nella zona del presbiterio è il coro ligneo intagliato che, con i confessionali, rappresenta un tipico esempio di arredo sacro in legno del Settecento. Nel presbiterio dietro all’altare centrale vi sono due statue lignee raffiguranti San Rocco (proveniente dall’antica chiesa di San Rocco abbattuta per costruire l’attuale Corso Matteo Ripa) e Sant’Alfonso de’ Liguori. Di fronte è collocato l’organo del XVIII secolo, opera del maestro Silvanio Carelli del Vallo di Novi, ossia Vallo della Lucania, con fastose decorazioni in stile rococò. Alla fine del XVIII secolo è ascrivibile anche la scultura lignea raffigurante San Vito patrono di Eboli, opera dello scultore napoletano Raffaele Balbi. Sul primo altare, a sinistra di chi entra, vi è il dipinto che ritrae il Transito di San Giuseppe, opera, tra le prime, del noto pittore salernitano Pasquale Avallone (1884-1965) che in Eboli ha realizzato anche il busto bronzeo di Matteo Ripa, oggi collocato nel parco verde di fronte l'entrata principale dell'istituto comprensivo dedicato all' "Orientale".

Indirizzo: Corso Umberto I, 6 - 84025 Eboli (SA)



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