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Il centro antico di Eboli ha un impianto di matrice cinquecentesca con un successivo assetto urbanistico di origine settecentesca. In generale la configurazione chiusa allʼinterno di mura e un'organizzazione interna spaziale dettata dalla crescita di edifici ecclesiastici e strutture di dominio, è l'elemento tipico dei centri storici in genere.

In questo contesto storico ambientale con edifici privati e pubblici di varia natura e valore architettonico artistico, ci inseriamo, cercando di valorizzare e di far conoscere, un elemento che nel corso degli anni ha perso valore formale. Molto spesso, infatti, il selvaggio recupero dei centri storici minori e la “219” galoppante, li ha trasformati in semplici suppellettili, reintrodotti senza cognizione in strutture che non gli appartengono o tramutati in davanzali o caminetti.

Ci riferiamo ai portali in pietra ebolitana e alla struttura e ai materiali utilizzati per la loro realizzazione. Il portale nei secoli ha sempre rappresentato la porta del fabbricato, quella che connette la vita privata, a quella pubblica, l'accesso diretto all'abitazione o a corti interne in cui si sviluppava il vivere quotidiano. La ricerca in corso, di cui in questa sede si anticipano alcuni risultati, vuole mettere in evidenza come questo elemento architettonico possa svolgere sia semplici funzioni d'uso che di rappresentanza. Dalla sua tipologia, dai materiali impiegati, dalla fattura a rigidi riquadri a quella ad elementi modanati o di più complesse allegorie si può ancora oggi desumere il tenore di vita e l'importanza locale della famiglia che abitava il fabbricato stesso.

Il portale in pietra è composto generalmente da: Conci di Base, Piedritti (diviso in due conci di lunghezza pari a circa 1 mt, ma comunque variabile in funzione dell'altezza dell'apertura), Conci di Spalla, Arco con connessure convergenti ad un unico punto e il Concio di Chiave. Tale conformazione è, comunque, di tipo classica, esempio di una manovalanza tipica dell'area di interesse che aveva fatto propria le basi del costruire.


Il materiale utilizzato per la costruzione dei portali è la pietra tipica ebolitana (oggi non più cavabile). Essa presenta una buona lavorabilità e resistenza, è di natura calcarea e veniva cavata principalmente in località San Cataldo di Eboli. E’ di colore chiaro, e oggi, non essendo più reperibile, è sostituita con il travertino negli interventi di restauro.



La lavorazione della pietra avveniva attraverso una prima squadratura e formazione dei conci. Successivamente gli scalpellini lavoravano le facce esterne, creando una bordura liscia di circa 2-3 cm e un effetto bocciardato nella parte centrale della faccia. Contemporaneamente venivano create, dove presenti, le cornici. Infine per i portali più importanti venivano realizzate le decorazioni artistiche che la committenza richiedeva.

Analisi dell’area
La ricerca ha analizzato la tipologia dei portali, partendo dalla configurazione classica e umile che si può ritrovare dalle strade principali fino all’interno delle micro borgate. Il portale classico privo di decorazione è composto principalmente da piedritti, spalle e conci d’arco.

       



Dalla formazione classica in cui può variare il numero di conci o la tipologia di forma, si possono ritrovare elementi che caratterizzano totalmente il portale, e che dallo studio di essi è possibile dedurre la funzione che si svolgeva internamente. Ad esempio, in via F. La Francesca è leggibile la modifica dei piedritti per l’accesso del carretto all’interno della stanza.



Sempre dello stesso periodo vediamo il comparire, anche su portali di modesta entità e su fabbricati non nobiliari i primi decori. Quest’ultimi sono principalmente rappresentazioni floreali o incisioni geometriche.

       



       



Particolari sono poi le iscrizioni che possiamo ritrovare su alcuni portali sia in chiave che sull’intero arco. Ad esempio è la scritta “Parva sed apta mihi” sulla chiave del portale del 1777 in via Francesco La Francesca, oppure quello di palazzo Marcangione che reca l’iscrizione “si deus pronobis quis co(n)tra nos”, più particolare con la correzione dell’incisore e aggiunta in alto della lettera (n).

   



Altra tipologia, molto più rara, è quella con piattabanda in conci di pietra con giunti a doppia inclinazione. Tale tipologia di messa in opera era utilizzata per migliorare il mutuo contrasto dei conci. Un esempio di questa realizzazione è il portale di palazzo Martucci in via Castello in cui oltre alla particolarità della struttura, è interessante anche la lavorazione della pietra ebolitana con una bugnatura a facce arrotondate e, sulla chiave, lo stemma nobiliare della famiglia di appartenenza. Altro elemento riscontrato su un unico portale - quello di palazzo Zuccaro in via Don Paolo Vocca n. 2 - è la bugnatura a punta di diamante. A questo portale, purtroppo, è stato “accidentalmente sottratto” lo stemma di famiglia che era posizionato sul concio di chiave.

   



Altri fabbricati, sempre appartenenti a famiglie nobiliari ebolitane, hanno una maggiore ricercatezza del decoro che sottolineano l’esistenza di una scuola comune nell’area, che dette vita a particolari come ghirigori, decorazioni floreali, piccole allegorie e simboli animali o creature mostruose. Generalmente questi portali affacciano sulle strade principali e hanno di dimensioni maggiori rispetto a quelli riportati nelle strutture finora esposte. Questo dimostra ancora la differenza di importanza delle famiglie del luogo. Alcuni portali presentano elementi decorativi predominanti, con arrotondamenti delle cornici e delle modanature, che sono comunque molto eleganti e ben inseriti nell’ambiente circostante, segno della volontà di far predominare all’aspetto nobiliare il desiderio di legarsi o di “emergere con umiltà” rispetto ai fabbricati limitrofi. Nelle immagini che seguono alcuni di essi sono mostrati anche per segnalare la crescita stilistica e di fattura maturata negli anni.

       



Di seguito sono riportati alcuni portali ricchi di apparati decorativi simili ad altri e realizzati all’inizio del 1700 e che si possono accomunare fra loro. Dalle foto si notano anche gli stridenti contrasti con le pavimentazioni stradali rifatte.

       



Caratteristiche comuni a questi portali sono le decorazioni e le allegorie presenti sui conci principali, Base- Spalla-Chiave. Esse sono rappresentazioni semplici come cani, lepri, leoni, colombe, sirene bifide oppure intere raffigurazioni di bambini con animali o donne con bambini, realizzate però con abile cura e dettaglio che permettono tutt’oggi un’agevole lettura dell’immagine. Interessante è proprio il loro studio delle iconografie che permette di cogliere differenze e accuratezza di esecuzione. La tabella che segue illustra gli elementi ritrovati e li analizza sotto il profilo iconografico.

Simboli Animali

ImmaginePortalePosizioneSimboloIconografia
Pal. Campagna | Via G.Genovese Base Leone Simbolo di forza e fierezza, guardiani della porta che vigilano per impedire l’ingresso del male.
Pal. Campagna | Via G.Genovese Base Lepre Allegoricamente veniva utilizzata come la raffigurazione dell’uomo che sfugge alle tentazioni demoniache rivolgendosi a Dio.
Pal. in Via Vico primo pozzo Base Cane con serpente Simbolo di fedeltà (cane) e simbolo del male (serpente)
Pal. in Via Vico primo pozzo Chiave Colomba Simbolo della pace e della concordia
Pal. Paladino - La Francesca | Via G. Genovese Base Capra La capra è un animale pacifico e vicino all’uomo per il quale incarna l’abbondanza
Pal. Campagna | Via G.Genovese Spalla Sirena Bifide Simbolo della tentazione che ammalia e conduce alla tentazione



Rappresentazioni

ImmaginePortalePosizioneSimboloIconografia
Pal. Paladino - La Francesca | Via G. Genovese Chiave Essere che mostra la lingua Simboleggia la parola che rigenera
Pal. Paladino - La Francesca | Via G. Genovese Chiave Bambino con fiori Il bambino simboleggia l’innocenza. Il fiore simboleggia la bellezza, la vita breve e evoca la futura nascita del frutto
Pal. Campagna | Via G. Genovese Chiave Bambini con serpente Il serpente rappresenta il male. Nell’ immagine sono raffigurati due bambini che uccidono il serpente simbolo della purezza sul peccato.
Pal. in Via Posterola Spalla Bambini con serpente e uccello L’immagine rappresenta la purezza (i bambini), il male (il serpente) e la pace (l’uccello).
Pal. Campagna Via G.Genovese Spalla Bambino con cane e uccelloa L’immagine rappresenta la purezza (il bambino), la fedeltà (il cane) e la pace (l’uccello).
Pal. in Via Posterola Spalla Donna che allatta e bambino con uccello La donna che allatta è simbolo di fecondità e abbondanza il bambino è simbolo di purezza e l’uccello di pace.



Fattori di degrado dei portali

I portali sono opere collocate in facciata dell’edificio e, quindi, esposti alla pioggia, al vento e agli sbalzi termici, all’azione degli inquinanti dell’aria, fattori tutti che alterano, anche profondamente, le caratteristiche fisiche della materia di cui sono fatti.
Attualmente il deterioramento di questi elementi architettonici è causato da due principali fattori: le variazioni termo igrometriche e i biodeteriogeni.
L’assorbimento dell’acqua causa la formazione dei sali che cristallizzandosi spaccano la tramatura sia esterna che interna dell’elemento lapideo (efflorescenze e subflorescenze saline). Gli sbalzi termici, tipici dei nostri climi, provocano l’espansione e la contrazione delle componenti mineralogiche della pietra con conseguente fatturazione della materia. Soprattutto l’alternarsi di periodi gelidi a quelli più caldi possono causare anche la formazione di esfoliazioni e distacco delle croste superficiali.
Lo sviluppo dei biodeteriogeni, invece, è favorita dalla presenza di luce, ossigeno, anidride carbonica e acqua. Ad esempio le alghe sono microrganismi che penetrano all’interno della pietra creando delle microfratture e indebolendo la struttura della pietra. I licheni e i muschi hanno invece un'azione corrosiva.



Infine, un fenomeno di deterioramento comune è la formazione di vegetazione spontanea all’interno dei giunti dei portali, che provocano divaricazioni della superficie lapidea. La presenza della vegetazione sui portali ad Eboli è un fenomeno di degrado in cui riversano tanti palazzi anche i più importanti come quelli nobiliari, per esempio Paladino La Francesca o Campagna.

  




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