La ricchezza dell’antica famiglia Corcione, una volta Baroni di Latronico, è testimoniata dal possesso di una cappella con sepoltura nella Chiesa di San Francesco, di un altare sotto il titolo della beata Vergine del Rosario nella Chiesa della Madonna delle Grazie e della cappella della SS. Annunziata nella Chiesa della S.S. Trinità.
Tale famiglia, tra le più illustri di Eboli, prese parte attiva alla vita religiosa e politica della città: trenta componenti del ceppo chiesero di farsi sacerdoti, altri dodici furono sindaci di Eboli e si annovera anche una badessa del monastero benedettino.
Dal Catasto Onciario del 1753 risultano le seguenti notizie: "Donato Corcione, capo famiglia, Angelica Tanza, moglie. Pasquale, Caterina, Domenico, Antonio figli. Cinque persone di servizio. Abita in casa “palazziata” nel luogo detto Pennino. Possiede una masseria, una vigna… una difesa a Monte di Eboli, una difesa a Grataglie, oliveti al Borgo e Paterno, una casa, venti bufale, quattro bovi aratori, una muletta".
In Piazza San Nicola, in Eboli, è sito il Palazzo gentilizio del XVI secolo appartenuto alla famiglia Corcione. L’edificio, che in origine occupava un’area molto estesa, ha subito, nel corso degli anni, numerose modifiche che ne hanno stravolto l’aspetto originario.
Attualmente presenta una pianta a forma di “L” con cortile, del quale rimangono solo pochi elementi; di notevole interesse è il portale ad arco in pietra modanata sormontato da un’ampia cornice ed un fregio con triglifi. Sul concio di chiave è possibile ammirare lo stemma della famiglia che consta di uno scudo d’azzurro alla banda di rosso: nella parte superiore, due leoni uscenti linguati, affrontati, sostenenti una mezza luna; in quella inferiore, tre stelle di sei raggi, il tutto d’oro. Alla destra dell’androne è ubicata la scala formata da un unico rampante coperto con volta a botte e gradini in pietra.